Tutta [‘Opera di Giacomo Leopardi porta il segno dei due più sconvolgenti libri della Bibbia: Giobbe e Qohélet. In questi due personaggi, da lui stesso considerati quasi i precursori del suo “sistema” filosofico, il poeta-filosofo di Recanati, poteva specchiarsi e ritrovare intatta la propria immagine. Giobbe e Qohélet, il volto della sofferenza innocente dell’uomo e il cantore dell’assoluta vanità delle cose terrene, affiorano di continuo, mostrando il loro volto, nelle pagine leopa rd ia ne.
Dopo Giobbe e Leopardi. La notte oscura dell’anima (2005), l’autrice si inoltra all’interno della complessità di un rapporto riconosciuto sia dalla critica leopardiana, sia dagli esegeti e commentatori della Bibbia. Un rapporto profondo e continuo che lega il sapiente, lucido e desolato Qohélet del “vanità delle vanità, tutto è vanità”, al poeta moderno che grida nel silenzio “Oh infinita vanità del vero!”. Il primo, dopo essere passato attraverso tutti i possibili piaceri, non si lamenta come Giobbe ma si raccoglie in una sovrana distanza nel più totale disincanto constatando che tutto è vuoto e inseguire il vento. Nel secondo il desiderio di felicità rimarrà a livello di sogno e d’immaginazione ma l’approdo sarà il medesimo: tutto è vanità.
Loretta Marcon, laureata in filosofia e in pedagogia, ha collaborato con il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Padova. Premiata nel 1996 con La crisi della ragione moderna in Giacomo Leopardi al Concorso Internazionale indetto dal Centro Nazionale Studi Leopardiani di Recanati, ha al suo attivo una serie di opere e pubblicazioni di notevole valore, tutte incentrate sulla figura del poeta de L’infinito, tra le quali si segnalano: Leopardi conosceva Kant? (1998), “Vita” ed “Esistenza” nello Zibaldone di Giacomo Leopardi (2001), “Incontro” sul limite: Kant e Leopardi (Rivista di Letteratura Italiana, 2002), Giobbe e Leopardi. La notte oscura dell’anima (2005), L’Operetta morale mai scritta: storia di Giacomo e Giobbe (2005), lì “difensore” di Salomone. Leopardi e Qohélet (Studia Patavina 2007), La ragione, il corpo, la vita. Kant Hufeland Leopardi
Riconosco che un simile studio sul grande poeta di Recanati caratterizzato dalla ricerca di “analogie bibliche” tra il pensiero leopardiano e quello “sapienziale” è a dir poco originale.
Devo confessare altresì che io ho sempre privilegiato lo studio strettamente poetico anche se la ricerca poetica del Leopardi sottende ovviamente il suo pensiero. Il mio studio, quindi, ha sempre evidenziato l’aspetto “laico” della visione del nostro, tenendone presente l’influenza e la presenza del sensismo francese.
A conclusione di tutto, quindi, non posso che accogliere con curiosità un approccio critico così originale.
SEMPRE
Prevetik vsem kto ne spit
Ja tuta nakladu a vi uberite pliz
Pravitelstvo Rossii Rulit Vovka i Dimka Maladzi
Pendosbi oleni sosite chlen
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