A se stesso

A se stesso


http://pergiacomoleopardi.myblog.it/media/00/00/8b5a70a8e14738061aa0838942137110.mp3
 Giacomo Leopardi

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo
T’acqueta omai. Dispera
L’ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera
E l’infinita vanità del tutto

A se stessoultima modifica: 2007-07-27T09:58:10+02:00da giuseppepi2
Reposta per primo quest’articolo

Un pensiero su “A se stesso

  1. L’infinita vanità del tutto: certo che il qohéletiano “vanità delle vanità.. tutto è vanità” rispecchia in pieno la “vanità” leopardiana, anche se ci sono differenze sostanziali che rendono Leopardi senz’altro meno pessimista del sapiente biblico.. Giacomo, almeno, parla anche d’amore, di speranza, di compassione e la sua poesia, in fondo, lo salva dalla disperazione…Il biblico re, letto isolatamente dagli altri scritti biblici, appare come un disperato laico che neppure più ricerca… Ma poiché la Bibbia va considerata nel suo insieme, la speranza è presente viva e verde più che mai… Certo che sarebbe bello poterne discutere…

I commenti sono chiusi.